Okinawa – Guerra retorica

Il nostro parere

Okinawa (1951) USA di Lewis Milestone

Carl Anderson, giovane professore di chimica, durante la guerra è diventato tenente del Corpo dei Marines americano e, inviato nel Pacifico, sbarca con il suo plotone sull’isola di Okinawa. L’avanzata in territorio nemico dapprima sembra facile, ma poco dopo si scatena l’inferno.

Milestone ha girato diversi film di ambientazione bellica, firmando opere di valore. Okinawa è una pellicola che soffre di una sceneggiatura statica, utilizzando la tecnica del flashback nella parte iniziale per delineare i personaggi. Il regista sa però dare grande tensione alle riprese dei combattimenti, offrendo uno spaccato della brutalità della guerra mostrata senza finta retorica nella sua estrema violenza.

Le psicosi dei soldati e i disturbi provocati dallo shock bellico perdono efficacia per la risoluzione banale e scontata che si da di queste difficoltà. La rappresentazione complessiva è di propaganda bellica in cui si perdono troppe cose. Il finale gonfio di retorica è infatti difficilmente sopportabile. Gli uomini che muoiono rilasciando dichiarazioni patriottiche in punto di morta sono così false da rovinare gli aspetti positivi fin lì mostrati.

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