Tutto a posto niente in ordine – Sessantotto

Il nostro parere

Tutto a posto, niente in ordine (1974) ITA di Lina Wertmuller

Un gruppo di immigrati meridionali è costretto alla coabitazione in una casa di ringhiera a Milano, dividendosi le spese. Gino, dopo vari sforzi per cercare un lavoro onesto, si dà alla malavita. Carletto diventa cuoco, Biky e Adelina fanno le cameriere, Isotta finisce invece su un marciapiede. Sante, un siciliano, in breve diventa padre di sette figli e finisce in carcere, implicato in un tentativo criminoso al quale è peraltro estraneo.

La Wertmuller mantiene la sua vena di comicità popolare ma si perde in cambi di tono fin troppo bruschi e troppo spesso slegati. Si passa così dal grottesco all’analisi sociale dei primi anni settanta. Alcuni personaggi non si evolvono dalla struttura macchiettistica facendo apparire il tutto un po’ datato.

La coraggiosa scelta di affidarsi a volti poco noti conferisce però una certa freschezza all’interpretazione, riscattando le cadute di tono.

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