Mad Max Fury Road. Dopo l’apocalisse

Il nostro parere

Mad Max. Fury Road (2015) AUS di George Miller

George Miller si è affermato a fine anni 70 con un film diverso (Interceptor in Italia ma con il titolo originale di Mad Max), coraggioso e potente. In quella pellicola ha mostrato un futuro postapocalittico in cui domina la violenza e la disperazione, in cui l’uomo ritorna alla sua natura primigenia con ancora molti retaggi della tecnologia, divenuti elementi di sopraffazione invece che di liberazione dell’uomo.

In quel film, e nei due seguenti, l’eroe era impersonato da Mel Gibson ed aveva un che di selvaggio e passionale che colpiva. Era un uomo che aveva perso tutto e che vagava alla ricerca di un luogo dove stare in pace, dopo aver condotto una sua personale caccia per vendicare i suoi cari uccisi. George Miller lo ha descritto così, attorniato da un mondo che precipita nella follia e che sembra dimenticare ogni forma di sentimento.

Ora, a distanza di trent’anni, Mad Max ritorna. Ha assunto le sembianze di Tom Hardy e da lui ha tratto linfa vitale per dare ancora più profondità al personaggio. Hardy ci mette la sua natura eruttiva, che rivela inaspettate fragilità ed un dolore immenso che ha mutilato la coscienza dell’uomo, rendendolo solo apparentemente inumano. E Miller riprende l’odissea dell’uomo inserendolo nella pellicola più adrenalinica e forsennata di sempre.

Fury Road è un mondo lanciato a folle velocità verso la morte e l’annichilimento, è un insieme di anime lacerate che urlano le proprie paure, un luogo dove la sopraffazione è la regola, la negazione di ogni forma di umanità possibile. Possiamo diventare così? Il regista non ha dubbi e ci mostra la sua visione dandoci personaggi prismatici, nonostante il ritmo incessante dell’azione sembra rendere superfluo ogni dialogo.

Nessuno si salva. Non certo la comunità di donne da cui proviene Furiosa (Charlize Theron è accecante), comunità idealizzata e ormai estinta, non gli schiavi di Immortan Joe (costretti nel fango e in attesa perenne di acqua), non I figli di guerra (ragazzi illusi dalla propaganda di Joe e destinati a morire per lui nel sogno di un mondo ideale). Eppure il desiderio di redenzione di Furiosa colpisce Max, lo scuote dal suo mondo chiuso, lo spinge a lottare per gli altri.

Miller costruisce una pellicola essenziale, una rapsodica sinfonia di sangue e sabbia.

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1 Response

  1. Foschiso Di Darme scrive:

    Bel film

     

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