La grande scommessa. Ballando sul burrone

Il nostro parere

La grande scommessa (2015) USA di Adam McKay

La Grande Scommessa è la storia della crisi economica del 2008 vista con gli occhi di chi ha intuito cosa stesse accadendo. In comune, questi personaggi hanno un’eccentricità che li ha portati a non ascoltare il mercato che affermava che i rendimenti sui mutui e sui derivati non sarebbero mai finiti.

Il cast di altissimo livello è a garanzia di un prodotto secco, essenziale poggiato su una sceneggiatura notevole che ha vinto il premio Oscar come miglior sceneggiatura non originale. Nel suo messaggio civico, McKay spiega i meccanismi perversi che hanno portato ad un’immensa bolla speculativa che, una volta crollata, ha travolto milioni di persone impoverendole. Il film testimonia con amarezza della superficialità e stupidità del sistema. Illustra la tronfia convinzione degli operatori di aumentare a dismisura il proprio guadagno senza pensare alle conseguenze, mostra la mostruosità delle protezioni e delle incapacità che porta un’avidità senza controlli, una cupidigia fine a se stessa.

I personaggi, disegnati con grande efficacia, sono i grimaldelli con cui il regista scardina i confini del sistema. Quello che fa impressione, però, è la sbornia da denaro che coinvolge tutti gli operatori, la loro immonda protervia mentre giocano con il destino delle persone. Fa paura un mondo del genere.

Il film, diretto in modo asciutto, è di forte impatto per la parte scritta, molto meno per la parte estetica che è semplicemente a servizio del messaggio finale. Il regista utilizza forme convenzionali di riprese, segue i personaggi nel loro peregrinare ma non ha uno stile preciso e distinguibile.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email