The lost king

Il nostro parere

The lost king (2022) UK di Stephen Frears


Guidata dall’istinto e da visioni spettrali, un’ambiziosa scrittrice e storica dilettante sfida l’establishment accademico per riportare alla luce i resti di Riccardo III, scomparsi da tempo, in un parcheggio di Leicester.


“The lost king”, diretto da Stephen Frears, è basato su una storia vera, quella di Philippa Langley (dettagliata nel suo eccellente libro La ricerca di Riccardo III) che come privata cittadina ha commissionato uno scavo archeologico in un parcheggio a Leicester, sperando di trovare la tomba di Riccardo III, basandosi sulle mappe medievali e sui resoconti della sepoltura di Riccardo III da parte di persone vissute nel 1485. Sorprendentemente, trovò la tomba il primo giorno dello scavo.

Questo fu il culmine di una lunga e lunga battaglia. I “Ricardiani”, come si chiamano, non credevano alla storia che il corpo di Richard fosse stato scaricato in un fiume dopo la battaglia sul campo di Bosworth. I ricardiani volevano correggere i documenti storici e il dramma shakespearino riabilitando la reputazione di Riccardo III, che è generalmente visto non solo come un cattivo ma un “usurpatore”, non come un re legittimo.

“The Lost King” aggiunge alla storia vera un paio di dettagli stravaganti, oltre a pompare il dramma emotivo di Philippa. Questo ha lo scopo di “personalizzarlo”, a radicarlo nel viaggio di una donna verso la sua affermazione personale (che poi è il vero tema del film).

Frears guida il film senza guizzi, mantenendo una piattezza narrativa evidente, limitandosi a seguire i personaggi e gli attori. L’opera scorre leggera.

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