Bombshell (2019) USA di Jay Roach
Quando Gretchen Carlson ha accusato di molestie sessuali Roger Ailes, fondatore di Fox News, nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo. La decisione della donna spinge la giornalista Megyn Kelly a farsi avanti con la sua storia.
Girato con stile secco ed essenziale, Bombshell fa parte del cinema americano di indagine e denuncia sociale che viene proposto con tono giornalistico, come un reportage all’interno del male. Non c’è nulla fuori posto nella storia che parte dalla denuncia della Carlson per tentare di fare un ragionamento intrinseco sul maschilismo e sulla oggettivizzazione della donna nel mondo di oggi.
La vicenda giornalistica serve per mostrarci un mondo dove le donne sono prede, oggetto di famelici sessuomani che vogliono affermare il proprio potere sull’altro sesso, portatori di una visione della società patriarcale e retrograda, espressione dell’identità profonda di una parte del popolo americano, quello conservatore e trumpista, of course.
Il messaggio sottinteso è talmente evidente da apparire forzato e questo è un limite poichè invece di essere seduttivo, diventa una specie di manifesto (sacrosanto). Il ruolo della Robbie riassume le tante donne che hanno dovuto piegare il capo di fronte alle molestie e hanno dovuto rinunciare alla loro professione perchè intimidite e vessate.
Gli attori sono tutti impeccabili, la regia pulita e concisa, la sceneggiatura scorrevole ed efficace. Un prodotto medio ma che funziona perfettamente.