On the line (2022) USA di Romuald Boulanger
Elvis Cooney, conduttore radiofonico, riceve la telefonata di un ascoltatore anonimo che minaccia di uccidere la sua famiglia. Per salvare i suoi cari, Elvis deve stare al gioco sadico del chiamante.
Il lento declino di Mel Gibson lo porta a sbagliare le scelte dei film in un vortice negativo che lo sta conducendo all’estrema irrilevanza. Non lo aiuta un film come questo che ha un assunto interessante che viene sperperato in una confusa ricerca del colpo di scena fino a quando l’ultimo colpo di scena diventa evidentemente urticante. Lo spettatore dovrebbe restare avvolto nella tensione ma come si fa ad essere presi da un cattivo da fumetto anni 50 cui manca solo la risata satanica?
Quando il regista sembra portarci sulla strada del politicamente scorretto, ecco che vira verso il finale compiacente, verso la risoluzione positiva lasciandoti l’amaro in bocca. Ma davvero si vuol far credere ad una storia così? Quale il senso dei personaggi?
La sceneggiatura terrificante si unisce alla rovinosa interpretazione di Gibson che non è mai convincente, impegnato in mossettine che contrastano con il climax e a recitare battute gonfie di retorica e enfasi.
Ancora il marchio Sky Original, diventato purtroppo il simbolo del cinema che punta solo alla quantità e mai alla qualità.