Le belve. Droga e sangue

Il nostro parere

Le belve (2012) USA di Oliver Stone

I romanzi di Don Winslow sono una frustata di energia, un esempio notevole di costruzione della scrittura. Non sempre, però, i suoi personaggi sono convincenti, armonici. Le belve non è probabilmente la sua miglior opera. La simbiosi dei tre protagonisti, la loro unione mentale e fisica sembra forzata rispetto alla brutalità del contesto. La loro ribellione alla società (certamente l’aspetto che ha affascinato Stone) è un po’ artificioso e stentato. L’aver individuato proprio questo aspetto come il determinante ha azzoppato subito il film. Il falso lirismo dei personaggi principali stona in un mondo violento, dominato dalla sopraffazione e dal terrore.

Le forzature dei personaggi infilano Stone in un cul de sac da cui esce con un dignitoso prodotto di genere che nulla ha in comune con le tipiche tematiche del regista americano. Il film appare senza un’anima precisa, una direzione da prendere, o almeno una missione morale da comunicare. A peggiorare la situazione un happy end finale, che nel romanzo neppure lontanamente esisteva, contribuisce a distruggere quello che era stato creato per costruire un alone di epicità al destino dei ragazzi. Non c’è più l’ineluttabile morte ad attenderli ma le spiagge dorate di qualche località esotica. La conclusione, lo sanno tutti, di basso profilo distrugge la credibilità di un’opera. Qua non ci riesce completamente ma determina un ricordo negativo che inficia qualunque qualità di quanto visto in precedenza.

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