I 10 film italiani campioni d’incasso del 1970

Usiamo ancora il libro di Maurizio Baroni Platea in Piedi (Bolelli ed.) per raccontare i gusti degli italiani al cinema durante il 1970, poco prima che la crisi colpisse i nostri grandi schermi con un crollo verticale di presenze. I sintomi c’erano tutti, ma resisteva ancora il film di genere. Appena fuori dalla top ten c’è il Presidente del Borgorosso Football Club con Sordi. Negli incassi “minori” capolavori come il premio Oscar Il giardino dei FinziContini o Zabriskie Point, Uomini Contro, Il conformista e I clown.

Va in grande difficoltà lo spaghetti western classico, ma arriva Terence Hill che modifica il genere rivitalizzandolo. I gialli a sfondo sociopolitico, invece, si affermano sull’onda delle bombe, della nascita del terrorismo e dell’affermazione della criminalità organizzata.

10. Quando le donne avevano la coda di Pasquale Festa Campanile. Commedia cavernicola con battute salaci e pecoreccie. Poca roba, pur potendo contare sulla penna di Lina Wertmuller.

9. Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli. Sequel del film del 1966 con un Gassman strepitoso, cantore di un linguaggio maccheronico e divertente. Bellissimo.

8. Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. Un ritratto sociologico del potere, mai visto in Italia prima, con un fenomenale GianMaria Volontè.

7. Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada. Tognazzi ai suoi massimi livelli in una commedia satirica che ritrae la piccola borghesia provinciale, tra falsi moralismi e bigottismo.

6. Il prete sposato di Marco Vicario. Buzzanca si impone come nuovo divo, ma le opere che lo vedono protagonista sono deboli, marcate da un moralismo di comodo che non va mai in profondità.

5. Borsalino di Jacques Deray Coproduzione italo-francese (ecco il motivo della sua presenza nella lista) con un cast tutto di stelle, protagonisti Jean Paul Belmondo e Alain Delon con Arnoldo Foà tra le seconde fila. Noir malavitoso di effetto, basato sulla classica amicizia virile che sopravvive ad ogni avversità.

4. I girasoli di Vittorio De Sica La coppia Loren-Mastroianni impera nel cinema italiano e nella sua storia. Così come il loro rapporto con De Sica. Critica impietosa verso il grande maestro, forse in un’edizione un po’ troppo mielosa, ma resta la grandezza di tutti.

3. Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno ovvero i cuori spezzati degli innamorati. Opera molto sensibile sublimata da una suggestiva colonna sonora. C’è un che di datato ora, ma resta la bravura di Musante e Bolkan, mai così ispirati.

2.  La moglie del prete di Dino Risi I clericali non presero bene questo film anche se, in effetti, ha ben poco di scandaloso. Resta il divertimento di vedere due grandi attori che gigioneggiano restando sempre nel tema.

1.  Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni. Rilettura dello spaghetti western con l’affermazione di una coppia che ha segnato la storia del cinema italiano attraverso incassi record: Terence Hill e Bud Spencer.

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