Glory – Uomini di Gloria

Il nostro parere

Glory – Uomini di gloria (1989) USA di Edward Zwick


Durante la guerra di secessione, il venticinquenne Robert, appartenente a una famiglia di Boston che ha sempre rispettato la gente di colore, accetta la proposta di fare da capitano al 54° reggimento di fanteria di volontari, il primo reggimento di afroamericani  a malapena tollerati dai bianchi.



 

La storia racconta che l’autore di “Glory”, Kevin Jarre, stava camminando attraverso Boston Common un giorno quando notò qualcosa su un memoriale della guerra civile che non aveva mai notato prima. Alcuni dei soldati erano neri. Anche se la guerra civile americana è spesso definita come la guerra per liberare gli schiavi, non era mai venuto in mente a Jarre – o, apparentemente, a molti altri – che i neri stessi combattessero nella guerra.

È la storia del 54o Reggimento della Fanteria Volontaria del Massachusetts, composto da soldati neri – alcuni uomini liberi del Nord, altri schiavi fuggiti – e guidati da bianchi, tra cui Robert Gould Shaw, figlio degli abolizionisti di Boston. Sebbene fosse ampiamente creduto all’epoca che i neri non fossero buoni soldati e non si sarebbero sottomessi alla disciplina, il 54o figura in una delle azioni più sanguinose della guerra di secessione, un attacco in salita attraverso il terreno fangoso contro un forte confederato a Charleston. (Attenzione spoiler) L’attacco fu quasi suicida, date le strategie di battaglia dell’epoca, che prevedevano che le truppe continuassero a marciare verso il fuoco. Il 54esimo ha subito un bagno di sangue. Ma i suoi membri rimasero soldati disciplinati fino alla fine, e il coraggio mostrato in quel giorno – il 18 luglio 1863 – incoraggiò il Nord a reclutare altri neri ai suoi ranghi, 180.000 in tutto.

Il film parla di orgoglio: orgoglio di essere soldati, di indossare l’uniforme e orgoglio di fronte al razzismo che vedono intorno, come quando viene presa la decisione di pagare le truppe nere meno di quelle bianche.

“Glory” è stato diretto da Edward Zwick, scritto da Norman Garwood e fotografato da Freddie Francis con enorme attenzione ai dettagli del periodo, come in piccoli tocchi come le scarpe delle truppe. Questi piccoli dettagli portano a quelli più grandi, come quando i figli dei poveri mezzadri neri guardano con stupore come soldati neri, in uniforme, marciano oltre le loro case. E tutto nel film porta alla scena della battaglia sanguinosa finale, una marcia suicida su una collina che decide poco in termini militari concreti ma è di incalcolabile importanza simbolica.

Resta però un dubbio. Perché vediamo le truppe nere con gli occhi di un ufficiale bianco, invece di vederlo attraverso il loro? Forse una risposta è che il significato del 54th era il modo in cui cambiava le percezioni bianche dei soldati neri; forse, temo, perché i tempi non erano maturi nell’industria hollywoodiana per dare lo spazio dovuto agli attori di colore. Ricordiamo, infatti, che Washington vince il suo primo Oscar proprio per questo film ma è solo il quarto nero della storia a vincere la statuetta. Da questo momento cambia la storia del premio perché da allora le attenzioni alle minoranze sarà sempre più maggiore.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email