Il principe di Roma – Arricchiti

Il nostro parere

Il principe di Roma (2022) ITA di Edoardo Falcone


Bartolomeo è un uomo ricco e avido che brama il titolo nobiliare più di ogni cosa. Nel tentativo di recuperare il denaro necessario a stringere un accordo, si trova nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro.


Prendi un Canto di Natale a Roma, portalo nell’ottocento, mettici un attore di provata romanità (magari ispirandosi al marchese del Grillo di sordiana memoria) e prova a farlo diventare un successo. Il risultato è l’irrilevanza.

Le ragioni stanno nella mediocre sceneggiatura che spizzica qua e là idee e ispirazione buttandole in un calderone inconsulto e sbiadito. La regia non sa valorizzare i momenti “altri” della storia, vedi il possibile inserto magico della fattucchiera o il truculento omicidio passionale che appare quasi all’inizio del film. Sprecati anche i personaggi che si alternano a fianco di Giallini, a partire dal ruolo della serva innamorata che tanto richiama un altro film di Sordi (L’avaro) dove si valorizzava la presenza di Laura Antonelli, mentre a Giulia Bevilacqua si regalano insulse frasi di saggezza popolari, oltre ad una bontà d’animo insopportabilmente melensa ed anacronistica.

Il finale, inevitabilmente destinato al bene, manca della gioiosità dickensiana cui si ispira anche perchè mai il personaggio appare scontento della propria vita  fino al pentimento repentino che suona quasi opportunistico.

 

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