Cento domeniche

Il nostro parere

Cento domeniche (2023) ITA di Antonio Albanese


Ambientato nella provincia attorno a Lecco, il film segue le vicende di Antonio, un operaio in pensione, e la sua famiglia. Albanese dipinge un quadro della piccola Italia, mostrando le tensioni tra tradizione e modernità. Quando Antonio viene ingannato dalla banca in cui ha depositato i suoi risparmi, il film si trasforma in un dramma che riflette la disillusione di un’epoca.


Il cinema italiano attraversa una fase di ricerca riflessione sui temi sociali e politici, provando ad esplorare l’attualità per raccontare la transizione del nostro paese. Non casualmente, il 2023 ha mostrato pellicole come “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Cento domeniche” di Antonio Albanese. Quest’ultimo, noto per la sua satira politica, si allontana dal tono grottesco con cui ha analizzato l’Italia nelle vicende di Cetto Laqualunque per affrontare un cinema d’impegno civico.

La narrazione si snoda tra il ritmo pacato dell’inizio e la tensione crescente, ma talvolta il montaggio ellittico non riesce a bilanciare le diverse atmosfere. Il personaggio di Antonio rappresenta un ideale del boom economico, ora sconfitto dalla realtà cinica e spietata.

Albanese non critica il suo protagonista, ma riflette piuttosto sul cambiamento dei valori e sulla nostalgia per un’epoca passata. Il film si distingue per il suo rifiuto della furberia e per il suo tono disincantato, che riflette una società in trasformazione. La scena finale, desolata e senza vita umana, lascia lo spettatore con un senso di freddo e di silenziosa contemplazione. In definitiva, “Cento domeniche” offre uno sguardo penetrante sulla realtà italiana contemporanea, attraverso il filtro della disillusione e della nostalgia.

Lo fa tuttavia con una contrapposizione un po’ superficiale tra il passato ed il presente, idealizzando un mondo che era ben diverso, anche se il suo è più un disperato urlo di dolore che altro e certamente riflette più il punto di vista del personaggio che non quello dell’autore. Il film tuttavia prende una piega sempre più drammatica che, in parte, non è giustificata dalla narrazione.

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