Due cuori, una cappella (1975) ITA di Maurizio Lucidi
La madre di Aristide, usuraia, muore lasciando al figlio un interessante patrimonio. L’incontro del ragazzo, al cimitero, con una prorompente ragazza fulva cambia la sua vita per sempre.
Una commedia che si affida alla comicità lunare del primo Pozzetto che, a sua volta, lo derivava dagli esordi cabarettistici con Cochi Ponzoni. Il contraltare è la fisicità sanguigna di Maccione che però funziona poco in abbinata. La storia è semplice ma ha un retrogusto cattivo che la riabilita parzialmente nonostante una regia passiva e poco incisiva.