Dobbiamo parlare. Le cose non dette

Il nostro parere

Dobbiamo parlare (2015) ITA di Sergio Rubini

Il cinema francese ha molto da insegnare nella costruzione di film intelligenti e a basso costo, spesso basati su gruppi di attori che rivaleggiano in bravura reinterpretando per il cinema pièces teatrali. In due stanze, basta un buon testo per dare sostanza all’intera opera. Sergio Rubini ha provato a fare la stessa cosa con questa messa in scena che riguarda due coppie che si parlano tra loro durante una lunghissima notte. Si tratta, però, di un testo originale sceneggiato dallo stesso Rubini insieme a Carla Cavalluzzi e Diego De Silva.

Vanni e Linda stanno insieme da dieci anni. Lui, scrittore un po’ in declino, ha molti più anni della compagna piena di nevrosi con cui non è sposato. Mentre stanno per uscire gli piomba in casa l’amica Costanza che ha scoperto il tradimento del marito, un notissimo chirurgo. Da qua è un susseguirsi di scontri verbali. Prima si chiarisce la natura del rapporto tra Costanza e Alfredo, basato sul denaro, sulla prepotenza reciproca, poi emerge che anche tra Vanni e Linda ci sono vistose crepe.

Film abbastanza convincente, si avvia bene per afflosciarsi nel finale. Rubini e la Ragonese sono molto convincenti nel gioco di sponda per i “trucidi” Bentivoglio e Calzone (ma questa recitazione sopra le righe era proprio necessaria?). Quando, però, diventano loro i protagonisti della discussione, improvvisamente il ritmo brioso della prima parte lascia spazio ad un meno efficace duetto che ha minori motivazioni e forza.

Il tentativo, sulla scorta di analoghe operazioni transalpine, era intelligente e va perseguito ancora. Rubini conferma la sua credibilità di autore e regista (L’amore ritorna e La terra restano ancora oggi le opere più mature). Singolarmente, la sostanziale cornice è molto simile a quella di Perfetti Sconosciuti. Forse che la ricerca e l’autoanalisi riflettono un momento in cui l’Italia sta cercando freudianamente di comprendere che ci sta accadendo?

 

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