Dampyr

Il nostro parere

Dampyr (2023) ITA di Riccardo Chemello


Balcani, 1992. Una guerra crudele è in corso. Harlan Draka è un Dampyr, metà umano e metà vampiro, ma non lo sa. Presto dovrà confrontarsi con i suoi poteri per distruggere un terribile Maestro della notte.


Sergio Bonelli Editore, che è stato grande nell’editoria di fumetti italiani da quando ha lanciato Tex Willer nel 1948, vorrebbe espandersi nei film e avere un Bonelliverse. Nel loro catalogo figurano Martin Mystère, Dylan Dog, Zagor e molti altri personaggi, alcuni dei quali sono stati portati sullo schermo in precedenza con pochissima fortuna per la verità. Il loro primo film ufficiale è basato su una serie di fumetti di Mauro Boselli e Maurizio Colombo– e deve un po’ al manga/anime franchise Vampire Hunter.

Il regista Riccardo Chemello ha iniziato con la pubblicità e padroneggia lo strumento. Il film è fatto con discreta qualità tecnica, con buoni trucchi e una qualità formale di livello. Il problema è che ogni personaggio, dialogo, situazione e immagine sono tutti legati a luoghi comuni del genere, messi insieme con un po’ di verve ma senza originalità.

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