Campioni

Il nostro parere

Campioni (2023) USA di Bobby Farrelly


Costretto dal giudice ad allenare una squadra di atleti diversamente abili alle prime armi, la vita di un ex istruttore di pallacanestro cambia per sempre. Sebbene sia riluttante, l’uomo dà ben presto il massimo per la squadra.


Basato sul film spagnolo del 2018 “Campeones”, “Campioni” di Bobby Farrelly segue la trama di base di ogni altro film sportivo ispirato ad un allenatore che ha bisogno di redenzione con l’aggiunta della presenza di giocatori disabili, pur non riuscendo a vedere la loro umanità.

Farrelly non si preoccupa, però, di passare del tempo con questi personaggi mentre vivono le loro vite. Le mostra al pubblico da una distanza quasi antropologica usandola esclusivamente come strumento di insegnamento per Marcus e il pubblico, non come esseri umani complessi con cui vale la pena trascorrere del tempo reale.

Ad ogni personaggio viene dato un arco narrativo, non a loro; quando appaiono i titoli di coda non sorprende vedere che nessuno degli attori disabili sia elencato insieme agli altri attori.

Il momento più interessante arriva con la finale di Winnipeg, quando Marcus fa loro sapere che sono già campioni a causa di tutte le “cose che hanno dovuto sopportare ogni giorno da persone ignoranti”.

All’inizio di “Campioni”, quando Marcus viene licenziato dalla sua posizione di assistente allenatore, l’allenatore Phil gli spiega che ha bisogno di conoscere i giocatori a livello personale, non solo come giocatori di basket. Lo stesso si potrebbe dire di questo film che, al di là delle buone intenzioni, ha bisogno di  vedere davvero tutta la loro umanità.

 

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