No home movie

Il nostro parere

No home movie (2015) BEL di Chantal Akerman


La regista Chantal Akerman documenta la vita di sua madre Natalia Akerman, un’immigrata polacca e sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz. Il film è uscito appena prima della scomparsa della regista.


L’ultimo film di Chantal Akerman ha una intensità e una malinconia profonda: un documentario sulla sua anziana madre, Natalie (o Nelly) Akerman, nata in Polonia e sopravvissuta all’Olocausto. Akerman era intensamente vicina a lei e la sua morte ha contribuito alla profonda depressione che ha portato Akerman a togliersi la vita nell’ottobre 2015 a 65 anni.

Natalia è mostrata nel suo modesto appartamento a Bruxelles: ci sono lunghe riprese statiche del suo vasaio di stanza in stanza e conversazioni affettuose (e stranamente avvincenti) con Chantal stessa, di persona o su Skype. Come gli adolescenti, Chantal e Natalia difficilmente possono sopportare di riagganciare. La sorella di Chantal, Sylviane, arriva periodicamente per assumere i compiti di cura degli anziani, e ci sono infermiere per la casa. Passo dopo passo, Natalie si ritira dal mondo. C’è una scena straziante in cui sembra dormire su una poltrona reclinabile e Chantal cerca di farla svegliare, una parabola fin troppo ovvia per non entrare dolcemente nella morte.

Questi tableaux sono intervallati da scene di un mondo esterno radicalmente diverso, un mondo lontano dal comodo riposo della casa della signora Akerman: il giardino sul retro del condominio, un parco e un deserto – quest’ultimo luogo è onirico e quasi astratto.

Un film non facile ma riflessivo che attraverso i silenzi esprime il passaggio della vita.

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