Hungry hearts. Cuori dilaniati

Il nostro parere

Hungry hearts (ITA) 2014 di Saverio Costanzo

Il racconto di un amore che si sgretola di fronte all’evidente china della follia intrapresa da lei, Alba Rohrwacher, dopo la nascita del figlio. Saverio Costanzo ambienta il film nella metropoli newyorchese, mostrata però solo attraverso scorci. In realtà, la storia si dipana in luoghi angusti, in pochi metri di solitudine. La coppia si conosce nel ristorante di un bagno, dove sono rimasti bloccati per la rottura della porta. Simbolicamente, fin dall’inizio, la loro relazione non conosce libertà, ma solo un senso di costrizione. Così, quando lei resta incinta, la sua principale preoccupazione è fuggire dal mondo, evitando ogni tipo di contaminazione, in primo luogo dal cibo percepito come portatore di male. L’uomo, di fronte alla maniacalità del comportamento che rischia di far morire il proprio bambino, ha poche scelte davanti a sé: dal primo tentativo di rassegnata accettazione nella speranza che l’atteggiamento della moglie cambi, alla rabbia disperata.

Ritmi lenti, inquadrature “sporche” per raccontare la discesa nella pazzia, l’angosciante impotenza dell’uomo. La vicenda è sfrondata da ogni inessenzialità, un’operazione a cuore aperto per narrare i sentimenti. Costanzo è un buon narratore ed ha ormai un suo stile che lo connota. I suoi tempi sono lontani dal gusto popolare e talvolta rischia la noia, ma la personalità è visibile, la poetica anche. Come nelle sue precedenti pellicole, gli interessa riflettere sulle angosce non comuni, sui tarli che incidono la coscienza, distruggono il presente ed il futuro delle persone.

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