I film Leone d’Oro a Venezia – 3

1991 Urga – Territorio d’amore(Urga) di Nikita Mikhalkov (URSS) Film di grandi paesaggi e grandi silenzi. Sostanzialmente noioso e legato a gusti cinematografici molto precisi, quasi documentaristici. E’ la storia di Gombo (un pastore mongolo che vorrebbe copulare con la moglie, ma non può perchè temono di concepire un quarto figlio, vietato dalla legge in Cina) e Sergeii, un camionista russo. Sergei e Gombo, nonostante le differenze culturali e pur non comprendendosi diventano amici.

 
1992 La storia di Qiu Ju (Qui Ju da guansi) di Zhang Yimou (Cina) In un paesino di montagna il marito della bella Qiu Ju è stato umiliato e malmenato dal capo del villaggio. La donna cerca giustizia. Film profetico se si leggono le storie di malagiustizia e corruzione che infestano la Cina oggi.

1993  America Oggi (Short Cuts)  di Robert Altman (Stati Uniti) Capolavoro assoluto. Episodi che si intrecciano, tipico stile altmaniano, sullo sfondo di un’America sempre più disperata. sempre più incapace di provare sentimenti, sempre più persa nella propria rabbia e frustrazione. Un ritratto impietoso ed indimenticabile.

e Tre colori: Film Blu (Trois couleurs: Bleu)  di Krzysztof Kieślowski (Francia/ Polonia) Il primo episodio di una straordinaria trilogia composta (sì, composta come una sinfonia) da uno dei registi più importanti degli anni novanta. Una donna perde marito e figlia in un incidente stradale e cerca di ritrovare il senso dell’esistenza completando l’opera musicale incompiuta del marito. Juliette Binoche è straziante

1994  Vive L’Amour (Aiqing Wansui) di Tsai Ming-liang (Taiwan) Il regista ama Antonioni e si vede. Un appartamento sfitto e le vite di tre personaggi. Mei, agente immobiliare, porta in un appartamento vuoto il venditore ambulante Ah-Rong, che l’ha abbordata per strada. Nell’appartamento si nasconde Hsiao-Kang. Il pianto finale è lunghissimo e straniante.

e Prima della Pioggia (Pred doždot) di Milcho Manchevski (Macedonia) Film a struttura falsamente circolare, ispirato alla guerra civile Jugoslava. Manchevski ha il merito di costruire tre storie forti in cui appare evidente come questi conflitti abbiano un riflesso continuo, costante anche nella nostra vita quotidiana. Nessuno è al riparo. Abbiamo solo la nostra coscienza cui affidarsi.

1995 Cyclo (Xich-lo) di Tran Anh Hung (Vietnam) La citazione per Ladri di biciclette è d’obbligo visto che il momento scatenante è estremamente simile. Ovvero il furto del risciò al giovane Cyclo. Da qua la discesa agli inferi, senza possibilità di redenzione.

1996 Michael Collins di di Neil Jordan (Regno Unito) La biografia di uno dei padri della storia d’Irlanda. Un film concepito e strutturato brillantemente ma che non entusiasma.  La storia è raccontata in modo fazioso, oscurando gli altri personaggi. L’afflato epico è garantito.

1997 Hana-bi – Fiori di fuoco (Hana-bi) di Takeshi Kitano (Giappone) Noir duro e sanguinario di Takeshi Beat, personaggio culturalmente libero e ricco del Giappone. Kitano è un expoliziotto con la moglie molto malata e debiti con gli strozzini, manovrati dalla Yakuza. A lui si presenterà il classico dilemma: vivere da schiavo o morire da uomo libero?

1998 Così ridevano di Gianni Amelio (Italia) L’ultimo film italiano vincitore del Festival. Attraverso la storia di due fratelli emigranti a Torino alla fine degli anni cinquanta, Amelio cerca di raccontare la storia d’Italia negli anni immediatamente successivi, momento cruciale dell’evoluzione sociale della nostra nazione. I paragoni con il passato fanno tremare i polsi (Rocco e i suoi fratelli) ed il regista non riesce a dare una dimensione piena ai personaggi

1999 Non uno di meno (Yi ge dou bu neng shao) di Zhang Yimou (Cina) Una ragazzina di 13 anni viene assunta per una breve supplenza nella scuola di una zona rurale e misera della Cina, in cui anche i gessetti sono un bene prezioso. Affronta completamente impreparata le difficoltà dell’insegnamento e stenta a imporre attenzione e ordine ai piccoli scolari. L’assenza di uno degli alunni, costretto dalla situazione familiare a lavorare in città, la costringe ad affrontare un viaggio disagevole e un’affannosa ricerca.

2000 Il cerchio (Dayereh) di Jafar Panahi (Iran) Otto dolorose storie di donne iraniane, dalla cella di un carcere fino al letto di un ospedale. Teheran fa da sfondo al racconto di una nazione umiliata da un apparato religioso forte e tirannico in cui le donne sono l’anello debole. Panahi ha pagato con il carcere il suo attivismo a favore dei diritti civili.

2001 Monsoon Wedding – Matrimonio indiano (Monsoon Wedding) di Mira Nair (India) L’occasione del matrimonio tra due famiglie alto borghesi indiane permette l’emergere dei problemi dei diversi personaggi: l’abuso da parte di uno zio della sorella della sposa, le difficoltà economiche, le differenze tra chi è rimasto in India e chi è emigrato negli Stati Uniti. Mira Nair mescola gli elementi del melodramma con lo stile Bollywood.

2002 Magdalene (The Magdalene Sisters) di Peter Mullan (Regno Unito) Il regista racconta con asprezza e crudezza la condizione femminile in Irlanda attraverso la vita di alcune ragazze imprigionate negli istituti correttivi religiosi rivolti a ragazze “impure”. La violenza psicologica, la brutalità, la religione usata come arma di punizione piuttosto che di comprensione lascia senza fiato. Il film ha suscitato molte contestazioni, accusato dalla Chiesa di aver dato un’immagine distorta di quelle scuole. Le testimonianze delle donne uscite da questi “lager” gestiti da religiose, invece, lasciano pochi dubbi.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email