Forrest Gump (1994) USA di Robert Zemeckiris
Seduto sulla panchina alla fermata dell’autobus di Savannah, Forrest Gump racconta con voce lenta della propria incredibile vita e dei problemi mentali e fisici che si porta dietro dalla nascita.
Si ride, si sorride, si pensa, si giosce, si piange, si canta: in Forrest Gump c’è tutto. Si ripassa la storia dell’America dal 1960 al 1982, ma si può anche sentire la colonna sonora della nostra vita. Soprattutto c’è l’intera gamma dei sentimenti umani che fa di questo film un film universale, poichè affonda nella nostra mente e nei nostri cuori. Non c’è stato mai un personaggio come Gump nella storia del cinema e ogni tentativo di descriverlo rischia di far apparire quest’opera convenzionale, ma non lo è.
Molto merito è della magnifica sceneggiatura di Eric Roth che unisce i puntini della storia americana moderna intorno ad un personaggio fiabesco per bontà e principi. Da un lato Forrest incontra infatti tutti i presidenti americani, insegna a Elvis come ruotare i fianchi, ispira John Lennon durante uno spettacolo di Dick Cavett, partecipa alla manifestazione per la pace nel centro di Washington. Dall’altro Jenny attraversa tutte le piazze della controcultura arrivando all’abuso di stupefacenti, ad una promiscuità che la porta alla dissoluzione fino al momento finale. Il loro amore è come la pacificazione di questi due aspetti della società americana, una sintesi che porta la riconciliazione. Era un film pieno di speranze, purtroppo deluse da quanto avvenuto dopo negli USA.
Il film è perciò una meditazione sui nostri tempi, visti attraverso gli occhi di un uomo che manca di cinismo e vive tutto con una sincerità disarmante. Forrest è la chiave di lettura della vita perchè mantiene gli occhi di un bambino e con questo portato può riflettere ogni cosa.
In questo senso è grandiosa l’interpretazione di Hanks. Nessun altro poteva renderlo in modo così dignitoso e diretto. La sua recitazione è sbalorditiva per l’ininterrotto equilibrio tra dramma e commedia che riesce dare agli eventi. Il suo volto ci comunica cosa è davvero importante nella vita di un uomo e tutti i trucchi computerizzati che all’epoca fecero scalpore non valgono la sua voce ed il suo sguardo.
Zemeckis ci ha dato il suo capolavoro.