Confusi e felici. Buoni momenti tra le mediocrità

Il nostro parere

Confusi e felici (2014) ITA di Massimiliano Bruno

Marcello, uno psicanalista egoista e vanesio, scopre di avere una malattia degenerativa che lo farà diventare cieco in poco tempo. Grazie ai suoi pazienti (che curando lui guariranno se stessi) lui riscoprirà la bellezza della vita. Storia banale vero? La risposta non sta nella trama, ma nel modo di condurla, di riempire la scena, di scrivere la sceneggiatura.

Quando si sceglie la via della battuta facile, della romanticheria di bassa lega, delle immagini da cartolina e da stereotipo, si cade nel banale. E questo film è tanto, tanto banale e scontato. Si capiscono le battute con qualche minuto di anticipo e non vi è mai alcuna sorpresa. Ci sono, però, bravi attori e questo consola un po’. Bisio regge la scena come il padrone di casa di Zelig e ognuno ha il suo momento in cui porta a casa fieno e fa ridere.

Giallini e Papaleo sono bravissimi, valgono da soli il biglietto. Da segnalare anche Caterina Guzzanti, anche se tendono a confinarla in un ruolo abbastanza ripetitivo. Speriamo che lei sappia rifiutare l’ennesimo ruolo di romana, abbastanza cafona, ma di buon cuore.

Bruno è, insieme a De Leo, il nuovo volto del cinema comico italiano. Entrambi sono simpatici ma hanno il respiro corto, la mancanza di profondità, l’0riginalità. Hanno appreso il ritmo. E’ già qualcosa.

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