Amy. The docu-voice

Il nostro parere

Amy (2015) UK di Asif Kapadia

Il Documentario sulla vita della cantante Amy Winehouse, morta nel 2011 a soli 27 anni, ci mostra una ragazza fragile ed indifesa, una donna che credeva di essere forte ma che in realtà era nelle mani di persone inadeguate, tutte tese al proprio egoistico interesse, tutte impegnate a sfruttare fino in fondo la sua notorietà. Il passaggio, infatti, è reso perfettamente dai racconti di chi la circondava: dagli amici che la incoraggiavano all’inizio della carriera e che le sono rimasti vicini dopo la morte, a chi la accompagnava durante la sua notorietà per suggerne ogni stilla di guadagno

Kapadia non usa toni moralistici, si limita ad osservare, a mostrare. Lo spettatore non può non rimanere colpito dalle parole usate dal padre, dall’ex marito, dai talk show televisivi che l’hanno letteralmente fatta a pezzi prima della morte. Tutti appaiono retrospettivamente quali avvoltoi, completamente disinteressati alla reale situazione della cantante, tutta ripiegata sul suo lato autodistruttivo.

Il regista inglese accompagna con un montaggio cronologico la sua parabola artistica, utilizzando un materiale ricchissimo fatto di tante interviste, di video girati tra amici, di fotografie che ritraggono la giovane adolescente, la cantante intimorita dal successo, la donna distrutta dalla propria solitudine e debolezza.

Efficace nella narrazione, Kapadia non scioglie alcun mistero, non svela alcun retroscena, mantenendosi distante dalla personalità malata della Winehouse. Ciò impedisce di cadere nel vieto sentimentalismo, permettendoci di cogliere ogni aspetto della società della comunicazione. Alienante.

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