Cognome e nome: Lacombe Lucien. Arrivederci al nazismo

Il nostro parere

Cognome e nome: Lacombe Lucien (1974) FRA di Louis Malle

Rivedere il film di Malle ed il suo protagonista fa sorgere un immediato parallelismo con il cinema di Bruno Dumont. La provincia profonda di Lucien nel 1944 è spoglia di ogni forma di gioia, i giovani (già devastati dalla guerra e dalla umiliazione della sconfitta subita dai nazisti) sono senza interessi, non riescono a dare un senso alla propria esistenza. Nasce, infatti, una strana relazione tra il collaborazionista Lucien e la giovane ragazza ebrea che lui protegge. Entrambi disperati e soli (lui è senza padre, lei senza madre) ricercano nell’altro un momento di serenità proprio vi riconoscono la ricerca di affetto, di appoggio, di solidarietà.

Il protagonista di questa vicenda non ha ideali né morale. Passa dalla resistenza, da cui è rifiutato, al collaborazionismo senza un perché, senza motivazioni nobili. Il suo “tradimento” non è ispirato dalla convinzione, ma dalla noia, dagli stimoli che casualmente gli cadono adesso. Lo stile semidocumentarista, l’uso di attori non professionisti, il ritmo asciutto fanno di quest’opera un reportage sull’ambiguità dei francesi durante l’occupazione nazista.

Malle non assume un tono moralista, quasi simpatizza per il giovane poiché giustifica i suoi atti dettati dallo stato di abbandono in cui è lasciato. Eppure non è vero che non vi è la condanna del collaborazionismo. Lo spregevole gruppo di assassini a cui Lucien si lega non ispira simpatia, ma solo disprezzo. Uccidono quasi per noia, incapaci anche loro di un vero sentimento.

 

 

 

 

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