Waiting for the barbarians – Nemici

Il nostro parere

Waiting for the barbarians (2020) USA di Ciro Guerra

Un magistrato trascorre gli ultimi anni prima della pensione presso un avamposto ai confini dell’Impero, oltre i quali vivono le popolazioni nomadi definite ‘i barbari’. L’arrivo dello spietato colonnello Joll rompe gli equilibri e la pace.

Nel suo primo film in inglese, il regista colombiano Guerra adatta sullo schermo il romanzo del 1980 dell’autore sudafricano J.M. Coetzee con una sceneggiatura per la prima volta dello stesso premio Nobel.

Rylance, leggenda del teatro e vincitore dell’Oscar per il Ponte delle spie, è affiancato da Johnny Depp e Robert Pattinson per un’allegoria politica su un impero senza nome in cui rapidamente si comprende incredibilmente chi sono i veri barbari.

Lo sguardo gentile di Rylance si contrappone alla dura e sadica espressione del volto di Depp, perfetto interprete di una realtà totalitaria nascosta solo dalla benevolenza di Rylance.

Ci vuole un po’ di tempo però perché l’analogia antimperialista con la supremazia bianca attraverso la storia umana diventi un film. L’inizio prolisso e un po’ ripetitivo ci propone la routine quotidiana del Magistrato che serve a mantenere una relativa pace con la popolazione nativa. Solo nel finale disperato si giunge ad una piena empatia con l’ambiente esterno.

Aiutano la desolante scenografia e la fotografia di Chris Menges (due volte vincitore dell’Oscar per Urla del silenzio e The Mission), per raffigurare la desolante brutalità del potere, l’accondiscendenza del popolo, infine diventato vittima, e la necessità che le nostre azioni siano guidate dalla pietas.

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