The artist. Dichiarazione d’amore

Il nostro parere

The artist (2011) FRA di Michel Hazanavicius

George Valentin è la più grande stella del cinema muto, ma con l’avvento del sonoro si rifiuta di cambiare modo di recitare e viene presto dimenticato. A salvarlo è l’amore: quello del suo fedele cane jack russell, dell’autista Clifton e di una sua ammiratrice, Peppy Miller, divenuta nel frattempo la nuova diva dei musical.

Straordinaria dichiarazione d’amore al cinema da parte del regista francese Hazanavicius, autore di successo in patria grazie a due rivisitazioni in chiave parodica dell’agente OSS117, epigono transalpino di James Bond, portato seriamente sullo schermo negli anni ’60. In quelle occasioni si faceva il verso ai film di spionaggio ma sempre con affetto ed intelligenza; qui, invece si cita il grande cinema classico che ispira molte delle scelte di sceneggiatura dell’opera. Il cane Uggie ricorda l’Uomo Ombra, Dujardin è un po’ William Powell, un po’ Gable, ma nel nome riecheggia Rodolfo Valentino.

Le citazioni non finiscono qua. Uno dei brani inseriti viene dalla colonna sonora di Vertigo, l’ispirazione viene da E’ nata una stella, una scena ricalca Quarto potere, così come in altri momenti si ritorna a Murnau e al suo Aurora. Infine, l’affettuoso omaggio alle scenografie del cinema anni ’30 con un richiamo finale al Musical di Fred Astaire e Busby Berkeley. In un tale sfoggio di cinefilia, Hazanavicius riesce nell’impresa di avere una storia forte, essenziale, grandiosamente vintage e per questo assolutamente imperdibile. Il mix tra l’omaggio, la commedia ed il dramma viene risolto con insolita leggerezza, sollecitando la nostalgia di quello che è scomparso. Il film nel 2012 ha vinto una serie infinita di premi, tra cui 6 César, 7 Bafta, 3 Golden Globe e 5 Oscar, tra cui miglior film, regia e attore protagonista (Jean Dujardin).

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