Oltre la porta (1982) ITA di Liliana Cavani
Il patrigno di Nina è in carcere con l’accusa di aver ucciso sua madre della ragazza che, in realtà, si era suicidata quando aveva scoperto la relazione morbosa tra l’uomo e Nina.
Accolto molto freddamente a Venezia Oltre la porta non può essere definito tra i film migliori della Cavani, anzi segna in qualche modo una fase discendente della sua carriera perché tenderà da allora a poi a sondare il morboso e il non detto con un eccesso di verbosità che rende le sue opere didascaliche.
In questo caso, però, a questi aspetti critici alterna momenti interessanti e di un certo spessore. La scena dell’inseguimento, ad esempio, è un momento di grande cinema così come la tessitura del rapporto tra i due è conturbante ed efficace.
Il lato debole sta nei dialoghi forzati e in alcuni appesantimenti che dovrebbero sottolineare la morbosità per apparire semplicemente fuori luogo. In particolare, appare chiaramente a disagio Tom Berenger. Il suo doppiaggio peggiora la situazione ma la sua inespressività nuoce all’opera in più punti. Il suo personaggio è incomprensibile per larghi tratti.
Restano l’eleganza della scenografia di Dante Ferretti e le musiche di Pino Donaggio a donare un tocco di classe ad un film troppo statico.