Il massacro di fort Apache – Miti

Il nostro parere

Il massacro di Fort Apache (1948) USA di John Ford

A Fort Apache, un capitano, veterano di guerra, cerca di mantenere la pace con gli indigeni quando viene posto sotto il comando di un giovane tenente colonnello affamato di gloria, senza alcun rispetto per la tribù indiana locale.

Primo episodio della mitica Trilogia della Cavalleria di Ford (lo stesso regista di demitizzò svelando che erano stati fatti per soldi), il film si ispira vagamente alla morte del generale Custer pur prendendo le distanze nella descrizione dalla retorica nazionalista che lo aveva elevato ad eroe. Anzi, l’attenzione si ferma sulle vittime della follia di questi personaggi, che siano soldati semplici che indiani trattati con più rispetto che in moltissime altre pellicole. Colpisce anzi la mancanza di enfasi, come appare evidente quando, mentre i soldati sfilano a cavallo, il regista si sofferma sui volti delle donne che restano nel forte sapendo che i propri uomini stanno andando alla morte.

Ford porta la sua macchina da presa in mezzo alla Monument Valley affidandosi alla fotografia di Archie Stout ma dopo aver quasi sorvolato sulla magnificenza dei paesaggi in cui si consuma la vicenda, sa anche calarsi nella polvere dove gli uomini emergono per quello che sono, sporchi e laceri di fronte alla possibilità di riscatto o ad una sconfitta definitiva.

Grandi sono le intuizioni visive mostrate nel film, soprattutto la nebbia polverosa che annuncia un possibile attacco finale di Cochise che si rivela essere, invece, un atto di pace. Perchè la guerra nasconde la pace solo se si vuole cercarla. La parte migliore di Ford è non essere manicheo ma capace di rappresentare le tante zone grige dell’essere umano.

 

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