Mica scema la ragazza (1972) FRA di Francois Truffaut
Camille Bliss, una giovane ragazza, è stata condannata ed è ora detenuta. Stanislao Prévine, un sociologo che sta per scrivere un libro sulla criminalità femminile, ottiene il permesso di incontrarla ed intervistarla per approfondire l’argomento.
Truffaut propone una farsa sentimentale con una libertà straordinaria. La bella Camille usa gli uomini che la desiderano sessualmente e con il suo sesso giocoso, spregiudicato e amorale percorre le tappe della vita. In questa ronde grottesca gli uomini sono solo pedine nelle sue mani, sciocchi vanesi manovrabili ed ignavi.
Il colpo di genio del regista è il ribaltamento dei suoi stessi luoghi comuni e delle sue ossessioni caricando i personaggi, spiazzando lo spettatore nel sovvertimento di ogni morale. E la libertà di Camille si esplica anche nel linguaggio, esplicito e scurrile, con cui racconta tutte le sue innumerevoli sentimentali.
Truffaut prende in giro il genere ma soprattutto se stesso, come nel finale speculare a Jules e Jim, partendo dai suoi modelli di riferimento (come non citare Billy Wilder) dissacrando ogni cosa come la sociologia, l’amore, la stessa cinefilia che ha nutrito la sua gioventù. Molto merito va alla grande presenza fisica della Lafont che recita volutamente in modo eccessivo e sbracato, ma riesce comunque a trasmettere una carica sessuale magnetica. Il suo corpo flessuoso attraverso praticamente tutte le scene con in.tensa vitalità.
Lo “scienziato”, paradossalmente non vede la realtà sotto i suoi occhi ed è punito per la sua incapacità di distinguere la contemplazione del suo “ideale” rispetto a quanto effettivamente accade così come il bambino “cinefilo” è talmente preso dalle tecniche di ripresa da non vedere la morte in diretta cui ha accidentalmente esistito.
Da citare comunque, oltre alla Lafont, uno spassoso Denner, davvero splendido nella sua interpretazione.
