Il mio amico tempesta

Il nostro parere

Il mio amico tempesta (2022) FRA di Christian Duguay


Cresciuta nella scuderia dei genitori, Zoé sogna di diventare un fantino e stringe un profondo legame con una giovane puledra, Tempesta. Un terribile incidente minaccia di porre fine alle loro carriere, ma insieme lottano per raggiungere la vittoria.


Il film si propone come un’opera di pura evasione. Il regista canadese Christian Duguay, noto per il suo stile enfatico, ha scelto questa volta un approccio meno tendenzioso rispetto al suo solito. La storia, che si svolge poco prima dello scoppio della pandemia globale nel gennaio 2020, è una narrazione di buoni sentimenti e resilienza, capace di infondere speranza anche agli spettatori più cinici.

La trama del film ruota attorno a una famiglia di allevatori di cavalli che si trasferisce in Normandia dalla Camargue. La doppia nascita di un puledro destinato a diventare un grande trottatore e della loro figlia Zoé rappresenta un inizio promettente. Il film esplora le sfide e i successi della famiglia, sullo sfondo di spettacolari immagini di cavalli galoppanti sulle spiagge normanne.

Mélanie Laurent e Pio Marmaï interpretano i genitori, in ruoli che non richiedono prestazioni eccezionali ma che mantengono la narrazione accessibile e credibile. Danny Huston e Carole Bouquet aggiungono profondità come benefattori finanziari. Tuttavia, è Kacey Mottet Klein a spiccare, portando una sincera umanità al suo personaggio, un giovane allevatore con un comportamento “diverso” che dona una gravità emotiva al film.

Il mio amico Tempesta riesce a evitare di cadere nel melodramma indigeribile grazie a una narrazione equilibrata e a un accumulo di sfide finanziarie, sportive e familiari che i protagonisti affrontano con determinazione. Il film offre una riflessione sulla capacità umana di superare le avversità, mantenendo una moderazione nella trasmissione del suo messaggio edificante.

Pur non rivoluzionando il genere, Duguay dimostra abilità nel creare un’opera che tocca il cuore senza risultare eccessivamente sentimentale.

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