Challengers

Il nostro parere

Challengers (2023) USA di Luca Guadagnino


Tashi deve abbandonare il campo e rimane nel mondo del tennis come allenatrice di suo marito, Art. Dopo alcune vittorie, Tashi iscrive il marito Art al Challenger Tour, dove il destino vuole che si scontri con Patrick, ex fidanzato di Tashi.


“Challengers” di Luca Guadagnino è un film che, più che concentrarsi sullo sport in sé, utilizza il tennis come una metafora per indagare un intricato triangolo amoroso tra i personaggi di Tashi (interpretata da Zendaya), Art (Mike Faist) e Patrick (Josh O’Connor). La trama si sviluppa attraverso differenti momenti temporali, mostrando l’evoluzione delle relazioni tra i protagonisti e rivelando le complesse dinamiche emotive che li legano. Guadagnino trasforma un gioco competitivo in un’analisi delle passioni umane, mettendo in risalto non tanto le strategie o le tecniche del tennis, quanto piuttosto il conflitto interiore e i sentimenti nascosti dei personaggi.

L’intensità emotiva del film è un elemento centrale, resa ancora più significativa dalle interpretazioni di Faist e O’Connor, che riescono a dare profondità ai loro ruoli. Nonostante il personaggio di Tashi, con la sua bellezza magnetica e seducente, sia pensato per essere il fulcro della narrazione, è il duetto maschile a catturare davvero l’attenzione dello spettatore. Attraverso una messa in scena affascinante, i due uomini esplorano sentimenti di rivalità, amicizia e amore non corrisposto, in un gioco di potere che spesso sfugge a una facile categorizzazione.

La bellezza distaccata di Zendaya è un elemento chiave nel delineare il personaggio di Tashi, che viene presentato come enigmatico e a volte difficile da comprendere. Il pubblico viene volutamente lasciato con più domande che risposte, incerto sulle reali intenzioni e desideri di Tashi, creando una tensione narrativa che si sviluppa lungo tutto il film. Questo approccio non convenzionale consente di esplorare le relazioni tra i personaggi in modo complesso e multilivello, senza fornire una visione chiara o una facile soluzione agli intrecci amorosi che si sviluppano.

In “Challengers”, Guadagnino riesce a trasformare il tennis, di solito rappresentato come una competizione tecnica e strategica, in una danza simbolica di emozioni e desideri. La regia sottolinea l’importanza della componente emotiva, mentre il gioco stesso diventa una rappresentazione delle tensioni e dei conflitti interiori che dominano le vite dei protagonisti. Le sequenze di gioco non sono utilizzate per mostrare abilità sportive, ma piuttosto per intensificare il dramma che si sviluppa fuori dal campo.

 

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