I miserabili – Potente e incisivo

Il nostro parere

I miserabili (2019) FRA di Ladj Ly

Stéphane si unisce alla squadra anti crimine di Montfermeil, vicino Parigi, dove regna un clima di tensione e violenza generato dalle bande dei malviventi, il cui unico obiettivo è ottenere il controllo del quartiere.

Straordinario ritratto della periferia francese ad opera di un documentarista che entra nel mondo del lungometraggio con un’opera di grandissimo valore. Potente ed incisivo, il mondo delle banlieue viene esplorato attraverso una giornata di una pattuglia di polizia dove Stephane, appena trasferitosi, viene inserito nella prima  giornata  di lavoro a Parigi.

La macchina da presa segue i protagonisti svelando i microcosmi che abitano questi luoghi senza forzature o intenti pedagogici ma con il desiderio di disvelare la rabbia sotterranea, la violenza inespressa, l’impossibilità di una vita normale, come in L’odio di Kassovitz, film che ricorda questo per le tematiche e per il finale aperto che rimanda alla coscienza dell’uomo.

Ly imprime un ritmo forsennato, angosciante agli avvenimenti, senza mai risparmiare lo sguardo dello spettatore dall’osservazione della disperazione umana. La frase citata di Hugo che chiude il film, motivo per cui vi è il richiamo allo stesso autore nel titolo, pone la domanda su cosa abbiamo costruito per il futuro, cosa questa società riservi ai propri figli. La risposta è assai pessimistica perchè sembra non esserci soluzione per tutto questo male che ci opprime, costringendoci a sbagliare continuamente.

L’incipit con la folla festeggiante la vittoria ai mondiali di calcio del 2018 ci illude con l’accettazione di un mondo multiculturale e multirazziale dove si vive tutti insieme. Ma Ly vuole solo ingannare per un attimo lo sguardo, perchè nei contenuti smentisce continuamente l’inizio, mostrandoci la finzione della rappresentazione della nazione. La Francia, sembra dirci Ly, non è questo ma un insieme di esseri esasperati e arrabbiati.

Un esordio folgorante, certificato dal Premio della giuria a Cannes ottenuto in un concorso incredibile per qualità che vedeva il fenomeno Parasite, la Hollywood di Tarantino e i dolori di Almodovar tra gli altri, che scuote le anime e le coscienze. Potente, incisivo e bellissimo.

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