I magnifici 7. Remake senza cuore

Il nostro parere

I magnifici 7 (2016) USA di Antoine Fuqua

Quello che era bello nella prima edizione del 1960 (a partire dalla briosa colonna sonora) era lo spirito naif dei protagonisti, il giusto equilibrio di volti noti e meno noti utilizzati nel miglior modo che l’iconografica suggeriva, la credibilità di una storia ambientata in terre di confine, in un west ancora selvaggio e dominato da orde di banditi senza controllo. Tutto questo, si badi bene, senza bisogno di strizzare l’occhio al politicamente corretto perché le vittime, così come i tagliagole, sono messicani.

 

Invece, nella versione moderna si è messo insieme il nero, il bianco, il giallo ed il rosso tanto per non scontentare alcuna minoranza etnica, si è trovato un cattivo che somiglia molto al capitalista selvaggio e si è pensata una storia poco credibile e sopra le righe. Il cattivo, i buoni, gli eventi sono così eccessivi da annoiare in poche scene.

Così si spreca il talento di Denzel Washington che è Chisolm, capo di un gruppetto di personaggi border line che decide di difendere un villaggio dalla prepotenza di Bogue, un ricco sadico proprietario terriero che vuole espropriare l’intera vallata al gruppo di contadini per cercare l’oro. Ora, che i contadini preferiscano le mucche alla ricerca del filone d’oro, lascia assai smarriti, ma qua stiamo parlando di un mondo bucolico che esiste solo nella testa di Nic Pizzolatto che dopo il magnifico True detective televisivo, ci dona un copione pieno zeppo di stereotipi vacui ed errori sintattici. Si spera che questo derivi dalle diverse revisioni e non sia un segnale negativo per la carriera dello scrittore.

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