Ad Ovest di Paperino (1981) ITA di Alessandro Benvenuti
Le storie di tre giovani, due ragazzi e una ragazza, in giro per Firenze: uno lavora in una radio privata, l’altro è disoccupato e la terza fa la pittrice. Piccoli e grandi drammi, piccole storie, talvolta comiche, si intrecciano e si sciolgono.
La comicità surreale dei Giancattivi, conosciuta in televisione, arriva al cinema ed è il trampolino di lancio per Benvenuti e Nuti, negli anni successivi entrambi registi anche se con un successo ben diverso. Non c’è una trama vera e propria nel vagabondare dei tre personaggi, se non una sequela di gag giocate tra il nonsense e l’assurdo che serve a definire un mondo onirico in cui primeggia la confusione e l’infelicità.
Questo scarto da una dimensione ai personaggi diversa dalla comicità del periodo, un’originalità alla base del successo dei solisti, una volta abbandonato il gruppo. Per quanto ingenuo e privo di una struttura credibile, la regia di Benvenuti è comunque spontanea e naif, ricca di invenzioni visive, forse slegate tra loro ma sempre di impatto, non prive di poesia.