Witness – Il testimone (1985) USA di Peter Weir
Samuel, un bambino della comunità Amish, è in attesa con la madre di un treno alla stazione di Filadelfia ed è l’unico testimone di un omicidio. Interrogato dal detective John Book, riconosce in uno degli assassini un poliziotto. Book si rende allora conto dei pericoli che il piccolo corre e lo nasconde.
La filmografia di Weir è di grandissimo spessore e le opere di alto livello sono numerose tale a segnalarlo come tra i registi migliori dell’ultima parte del millennio. Il primo film americano, realmente americano, è proprio questo Witness che mette al centro della vicenda la comunità Amish.
Weir è sempre stato attratto dalle diversità, dai confronti o scontri tra culture diverse. Gli aborigeni australiani dei suoi primi film lasciano il posto al mondo degli Amish, alle loro comunità pacifiche che rifiutano la tecnologia e ci mette, come sempre, una ventata di violenza che è tipica del mondo esterno che vuole, con le sue regole, conformare tutto.
Il genere poliziesco è tale solo nell’incipit e nella conclusione. In mezzo, infatti, c’è l’analisi dei mondi che si incontrano, la difficoltà di capirsi, la necessità dell’evoluzione. John Book cambia frequentando gli amish; pur restando l’uomo che è ne esce ingentilito, capace di cogliere meglio i valori dell’esistenza. Nella spiegazione un po’ banale c’è tutto il senso di un’opera che si staglia nettamente rispetto alle altre dell’epoca.
Il regista australiano destruttura i processi di riconoscimento dei personaggi, sovvertendo il genere. Non c’è una dark lady ma solo una vittima sacrificale del mondo: non è il bambino, ma la madre che deve scegliere dolorosamente tra i propri sentimenti e la famiglia, le tradizioni.