Under the skin. La bellezza mortale di Scarlett

Il nostro parere

Under the skin (2013) USA di Jonathan Glazer
Una misteriosa aliena attrae ragazzi soli per ucciderli in modo misterioso. Una volta presa contezza della propria parte umana, scatenata dalla comprensione del dolore altrui, cercherà una via di fuga. Il film di Glazer, regista inglese con alle spalle molti video e due lungometraggi di discreto successo, è un’operazione affascinante dal punto di vista visivo, ma poco attraente nei contenuti.
La scelta di raggelare ogni sentimento per seguire i personaggi (l’aliena interpretata dalla Johansson e un misterioso motociclista che è la sua guida) distanzia lo spettatore dal punto di vista emotivo, togliendo coinvolgimento ed empatia.
Restano la bellezza dei paesaggi e l’ambiente liquido dove le vittime vengono decomposte: una morte che è l’inversione della nascita. Dopo il galleggiamento in questo liquido amniotico, avviene la trasformazione in qualcosa che somiglia ad uno spermatozoo, la regressione definitiva. La scelta non è tra gli alieni e i terrestri, ma tra l’umanità che si insinua in noi. E il finale lascia poche illusioni.

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