The place. Limiti umani

Il nostro parere

The place (2017) ITA di Paolo Genovese

Un uomo in un bar. Al suo tavolo si siedono persone con richieste straordinarie. Non si sa chi sia, ma si sa che coloro che si rivolgono a lui dovranno adempiere ad un compito che, se realizzato, porterà alla realizzazione del desiderio. C’è la donna che vuole ritrovare l’amore del marito e deve rompere una coppia, un’anziana che deve mettere una bomba per uccidere altri allo scopo di far guarire il marito dall’alzheimer, un padre con un figlio morente che si salverà qualora lui uccidesse una bambina ecc. ecc. Ognuno ha una storia ed un peso terribile sulle spalle. Ognuno vuole ritrovare la serenità. Ma il prezzo da pagare è alto.

Dopo Perfetti sconosciuti, Genovese sceglie di portare sullo schermo un altro film corale, cambiando però registro. Dalla commedia sentimentale amara e aspra, passa ad un mondo oscuro, dove i peggiori desideri albergano in tante persone. La voglia folle di ritrovare una serenità perduta, di ricercare una pace mai raggiunta con se stesso e con il mondo, spinge i personaggi a contattare un uomo che non rappresenta il diavolo, ma un onesto travet costretto a fare un lavoro orribile. Lui è un mediatore verso la nostra parte peggiore; pur senza volerlo le sue prove diventano il momento in cui la persona sceglie cosa vuole essere, se un orribile mostro che si aggira per il mondo oppure una persona che conserva un briciolo di coscienza, un minimo di forza per non rendere tutto peggiore.

I bravissimi attori si alternano davanti ad un Mastandrea sempre più stanco, provato, quasi agnello sacrificale che porta sulle spalle non i mali, ma i fallimenti del mondo. Non tutte le vicende narrate, hanno uguale impatto ed alcune non sono risolte brillantemente. Abbiamo però un prodotto assolutamente dignitoso e composto, segnale di una regia solida e sicura, di uno stile cinematografico maturo e personale. In comune con il campione di incassi che ha diretto prima, Genovese ha una visione del mondo in cui sotto la superficie nascondiamo tutte le nostre debolezze. Ma esistono.

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