The Killer

Il nostro parere

The Killer (2023) USA di David Fincher


Un assassino, solitario, freddo, metodico e privo di scrupoli o rimpianti, aspetta nell’ombra, in attesa del suo prossimo bersaglio. Tuttavia, più aspetta, più pensa di perdere la testa, se non il sangue freddo.


Per molti versi, “The Killer” è esattamente quello che ti aspetteresti da un film di David Fincher incentrato su un assassino: un film ricco di dettagli su ciò che un sicario è costretto a fare mentre il suo mondo implode. Il film si apre con una lunga scena di voiceover in cui l’assassino racconta l’attesa del suo obiettivo, del come si mimetizza nella folla per non essere riconosciuto. Questo prologo definisce il personaggio che viene narrato attraverso un viaggio nella sua mente che non giustifica mai le sue azioni, né vive rimorsi o rimpianti per ciò che ha fatto, in un totale asettico mondo amorale.

Il suo errore involontario (colpisce un’innocente invece del bersaglio definito) fa crollare tutto improvvisamente, mettendo a rischio la sua vita ed il suo futuro. La corsa verso il rifugio di S. Domingo conferma tutto questo; la vista della sua donna ferita gravemente lo spinge però a contravvenire ad ogni logica che l’ha guidato fino a quel momento. La vendetta verso chi lo voleva eliminare diventa la sua nuova missione.

Fincher ritorna a temi che lo hanno a lungo interessato: ossessione, perfezionismo e potere. Aiuta molto che porti con sé molti dei suoi collaboratori più affermati, tra cui il direttore della fotografia Erik Messerschmidt (“ Gone Girl”), il montatore Kirk Baxter (“The Social Network”) e persino Trent Reznor & Atticus Ross per la colonna sonora, oltre all’interpretazione di Fassbender che fa provare interesse per lo sorti di un mostro amorale che cerca di salvarsi.

Fincher ed il suo sceneggiatore Walker ci conducono per questa vicenda senza nascondere nulla, addolcire il personaggio, renderlo diverso da quel che è. Quando spezzato il collo di una vittima, cade ogni illusione sul fatto che possa provare pietà, qualcosa di ancestrale che lo richiami ad un momento di pietà e conforto perché questa non è una storia di redenzione, ma di precisione.

 

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