Sils Maria (2014) FRA di Olivier Assayas
Assayas è un regista che ha come forte tematica lo scorrere del tempo. Lo ha fatto nel suo film più bello, Irma Vep con il confronto tra il cinema muto e l’oggi attraverso il percorso di un’attrice, nel suo penultimo, Qualcosa nell’aria che partiva dalla sua giovinezza, e ora anche in quest’ultimo che vede protagonista Juliette Binoche.
La Binoche, bravissima, si denuda letteralmente e fisicamente nel film dove interpreta un’attrice non più giovane alle prese con il testo teatrale che l’ha lanciata molti anni prima. Ora, però, non recita più il ruolo della giovane aggressiva e vincente, ma quello della donna ingannata e sconfitta.
Attraverso la riflessione sul testo ed il confronto con la giovane assistente (Kristen Stewart) la Binoche è costretta ad approfondire le proprie paure (l’invecchiamento, la mancanza di una relazione rassicurante, il desiderio di apparire tipico di chi recita) e una forma di disperazione che si fa man mano avanti.
Vi sono momenti magici (il serpente di nebbia) e dialoghi altalenanti, ovvero alcuni intensi e coinvolgenti, altri più autoreferenziali.