Manchester By the sea. La morte nel cuore

Il nostro parere

Manchester by the sea (2016) USA di Kenneth Lonergan

Lee Chandler è un tuttofare di quattro condomini alla periferia di Boston. Silenzioso, al limite scontroso, ma sempre efficiente, è anche l’oggetto del desiderio di alcune delle inquiline cui fornisce i servizi. Ma l’improvvisa morte del fratello Joe (Kyle Chandler) strappa Lee da una catatonica routine e lo riporta nel Massachusetts, nella fredda Manchester, dove l’uomo oltre al fratello ha ancora tutto un passato da seppellire. Ha un nipote di cui ora è tutore, un adolescente cresciuto senza la madre alcolista ovviamente frastornato e confuso. Ha soprattutto tre tombe da piangere (i suoi figli morti in un incendio) e una ex moglie: un dolore impossibile da dimenticare.

Le grandi tragedie non possono essere raccontate. I dolori immensi si riducono a meccanismi beceri, quando narrati con troppa enfasi. Lonergan ci rende accessibile la sorgente del dolore, ma si trattiene dall’entrarvi. Accompagna lo spettatore sulla soglia, gli suggerisce quale inferno sia, ma con pudore si astiene dal giocarci. Ecco perchè Lee è un personaggio straziante. L’interpretazione catatonica di Affleck lo raffigura in tutta la sua complessità, perchè ci restituisce un uomo pietrificato dalla disperazione, impossibilitato a riprendere la vita, a superare lo spaventoso dramma che l’ha colpito. Con delicatezza Lonergan accompagna le diverse solitudini che porta sullo schermo. Non solo quella di Lee, ma anche del nipote diciassettenne che perde il padre, unico punto di riferimento, non ritrova una madre distrutta dall’alcol e dai sensi di colpa, nonchè della ex moglie che finge di superare il passato.

Tutta questa solitudine diventa un atomo raggelato di afflizione che si trasforma in poesia in alcuni momenti.

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