Logan. The wolwerine. Solitari

Il nostro parere

Logan. The wolwerine (2017) USA di James Mangold

Liberamente ispirato alla serie a fumetti Marvel Comics Vecchio Logan di Mark Millar e Steve McNiven, è il terzo film della trilogia spin-off dedicata a Wolverine, preceduto da X-Men le origini – Wolverine (2009) e Wolverine – L’immortale (2013). Inoltre, è il decimo film della saga cinematografica degli X-Men. Si può, anzi, considerare una specie di chiusura definitiva della prima generazione degli X-Men. Infatti, tra i comprimari troviamo il dottor Xavier in un futuro ravvicinato in cui i mutanti sono praticamente scomparsi, e i pochi rimasti sono perseguitati.

A proteggere Xavier c’è proprio Logan che si è riciclato taxista di lusso per racimolare i fondi che possono portarli alla fuga. Per Logan però non c’è pace perchè si ritrova a salvare una ragazzina mutante, inseguita dai sicari di una multinazionale che la vuole eliminare.

James Mangold l’ha affrontata con coraggio che il titolo meritava. Logan, a partire dal titolo che non presenta né la lettera X né la parola Wolverine, è un film di supereroi che fa di tutto per non essere un film di supereroi.

L’intento è di esaltare il lato umano dei mutanti, in tono crepuscolare. Mangold ama il western crepuscolare e lo riproduce nei diversi generi con gusto citazionista. Wolverine è bolso, vecchio, cinico e disilluso come gli eroi di frontiera che cercano qualcosa.

Questo ultimo spin-off degli X-Men si trasforma così in un film autunnale e apocalittico, un’opera in cui i personaggi diventano la guida affinché un’umanità derelitta possa trovare una speranza. I fumetti al cinema sono stati spesso semplificatori e manichei, mentre questo Logan trova nei propri poteri una maledizione, inevitabili portatori di infelicità. Infatti, lo stesso Xavier è senile, decadente, l’ombra del mutante che era.

 Hugh Jackman ha sposato il progetto per il lato oscuro dell’anima di Logan. Rimasto in lavorazione a lungo, Logan propone tematiche adulte per volontà precisa dell’attore, che per assicurarsene ha anche acconsentito a ridursi l’ingaggio.

La varietà tematica rende dark il film, ma non illumina le menti e gli occhi. Il progetto va applaudito perché coraggioso e alternativo. Il finale degli X-men poteva essere fatto di lustrini, invece è solo dolore e morte.

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