I 10 migliori film del 2014 secondo Sight and Sound

Anche la prestigiosa rivista inglese ha pubblicato la sua personale top ten del 2014. Come già evidenziato lo scorso anno, Sight and Sound ha uno sguardo decisamente più multietnico rispetto ai Cahiers. quasi esclusivamente centrati su poche precise scuole cinematografiche (Stati Uniti ed Estremo Oriente in particolare) oltre che eccessivamente sciovinisti. Non c’è purtroppo alcuna traccia del nostro cinema, completamente dimenticato dalle classifiche internazionali. La grande bellezza era, infatti, dell’anno precedente ed il resto della nostra produzione era esclusivamente pensato per il pubblico locale, senza appeal, evidentemente, per l’estero.

Al primo punto l’incredibile esperimento di Linklater che ha ripreso la vita di un ragazzo fino all’adolescenza, girando con gli stessi attori per 12 anni. Il cinema diventa, così, uno specchio reale dell’esistente. La realtà non proviene dalla narrazione, ma dall’aspetto fisico degli attori che rivelano, senza possibilità di infingimenti, il passaggio del tempo. Si tratta di una geniale intuizione di un autore che ha già sfornato prodotti interessanti come la splendida trilogia Before the sunrise – Before sunset e Before midnight, girata nel corso di 18 anni, sulla storia d’amore tra Jesse (Ethan Hawke) e Celine (Julie Delpy).  Ci sono anche altri due film americani; entrambi prodotti indipendenti e molto diversi tra loro. La poetica surreale di Anderson si scontra con le tematiche oscure e inquietanti di Glazer. Il primo è, senza dubbio, migliore.

Dietro a Linklater, l’ultima opera di Godard. Per quanto noioso e, talvolta, indisponente, la critica riesce sempre a portare Godard in palmo di mano. Peccato, constatare che da diversi anni, nonostante i peana, l’influenza di Godard è quasi nulla. Poi ci sono autori russi, portoghesi, turchi, argentini, ucraini e polacchi: un vero sguardo intorno al mondo senza cadere in alcune mode davvero deleterie. Il fatto, ad esempio, che il cinema asiatico abbia espresso registi di alto livello contenutistico e formale, non implica che si debba sempre forzatamente trovare un segnale interessante da questo movimento. Sight and sound segnalano solo Miyazaki, al suo ultimo lungometraggio, tra le opere più significative dell’anno.

1. Boyhood (USA) di Richard Linklater

2. Adieu au langage 3D (FRA) di Jean-Luc Godard

3. Leviathan (RUS) di Andrey Zvyagintsev

3. Cavalo Dinheiro (POR)  di Pedro Costa

5. Under The Skin (USA) di Jonathan Glazer

6. The Grand Budapest Hotel (USA) di Wers Anderson

7. Winter Sleep (Il regno d’inverno) (TUR) di Nuri BIlge Ceylan

8. The Tribe (UKR) di Myroslav Slaboshpytskiy

9. Ida (POL) di Pawel Pawlikowski

9. Jauja (ARG) di Lisandro Alonso

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