Glass – Alla luce

Il nostro parere

Glass (2019) USA di M. Night Shyamalan

David Dunn e il figlio sono sempre un passo avanti rispetto alla legge mentre garantiscono la giustizia nelle strade di Philadelphia. I loro talenti speciali li mettono presto in rotta di collisione con la Bestia. Elijah Price, un pazzo psicotico che ha una forza sovrumana e 23 personalità distinte.

La trilogia dei supereroi si conclude qua dopo che nel finale di Split l’apparizione di Willis riconduceva l’opera più di genere e anomala della filmografia di Shyamalan nell’alveo naturale delle altre opere, incastonandosi perfettamente nel percorso iniziato con Unbreakable.

Nei vent’anni passati dalla sua prima opera però, il regista indiano non ha mai saputo ritrovare la forma e la sostanza di quel tempo. Anche in questo film, infatti, troppi sono gli alti e i bassi per riuscire ad appassionarsi e ad entusiasmarsi ad un’idea che ha il pregio di aver precorso i tempi senza riuscire a dare un’anima a tutto quanto si vede.

L’incrocio con il mondo dei comics era notevole ma si risolve in una prima parte fuorviante e lunghissima che ha il compito di riepilogare quanto accaduto nei film precedenti ma lo fa in modo noioso, instabile. Crea inoltre un personaggio, la dr.ssa Staple, che vuole per forza spiegarci tutto, rendere comprensibile fino ai minimi termini quanto era già chiaro, diventando pleonastico e abbastanza risibile.

Lo scontro finale, l’infanzia come momento iniziale del supereroe funzionano, così come il colpo di scena finale che ha il merito, se non altro, di non farci rimpiangere troppo le 2 ore precedenti.

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