E’ nata una stella – Prima versione

Il nostro parere

E’ nata una stella (1937) USA di William Wellman


Una ragazza di provincia giunge ad Hollywood con una valigia colma di sogni. L’amore scombina però i progetti e le aspettative della giovane che diventa rapidamente famosa mentre l’uomo che ama imbocca il viale del tramonto cadendo nell’alcol.


Il motivo per cui la versione di William Wellman è così ricordata a più di 75 anni dalla sua uscita è perché è migliore delle versioni successive del 1954 e della versione Streisand-Kristofferson degli anni ’70. Sebbene A Star is Born parli delle fortune di Esther Blodgett, è il triste declino di Norman Maine che rimane nella memoria. Interpretato con la giusta misura da Fredric March, Maine è una figura tragica, completamente consapevole della sua reputazione in declino e del crescente problema con l’alcol. La vera tragedia è che Maine è dolorosamente consapevole del modo in cui il sistema dello studio ha abusato e sprecato il suo talento ed è sempre stato impotente a fermarlo. Questo filone della storia è il più affascinante dell’intero film, ma è fatalmente indebolito dal modo in cui è ritratto il capo dello studio di Adolphe Menjou, troppo buono e disinteressato per essere vero.

Il film rimane uno studio avvincente sia dei dettagli del sistema dello studio – con alcune confessioni sorprendentemente franche riguardanti la scintillante facciata dietro la quale si nasconde la verità – sia della lenta disintegrazione di un uomo imperfetto ma di grande spessore. Alleggerito dai numeri musicali della versione di Capra e dagli eccessi romantici del 1976, si concentra più da vicino sull’intimo rapporto tra Maine ed Esther, conferendo al loro rapporto un calore che manca agli altri film, e rendendo così la conclusione ancora più tragica.

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