Cenerentola (2015) USA di Kenneth Branagh
Quando si prende una fiaba, entrata nell’immaginario collettivo, con immagini patinate (e animate), con una serie di rifacimenti, sotto mentite spoglie, basati su un romanticismo spinto, o si punta sul grottesco, sulla rivisitazione spinta (Biancaneve di Tarsem Singh), o si decide di virare tutto con gli effetti speciali cercando di far dimenticare gli orrori della sceneggiatura (Maleficent).
Se, invece, si sceglie la strada della lettura seriosa che cerca di dare dignità romanzesca ad un’esile storia, si cade nel ridicolo. Non si riesce a comprendere, però, perché Branagh (con il suo passato onusto di successi shakespeariani) abbia scelto di essere protagonista del ridicolo con questa fiabetta mal recitata e mal diretta. Dispiace per Cate Blanchett.
La differenza tra romanticismo e kitsch è così breve che basta un attimo per superarla e questo film ci riesce per quasi due ore. Completamente inutile.