Arnoldo Foà: in memoriam

Interprete teatrale di intensa espressività, ha affiancato a questa attività quella di regista e di autore di commedie, dedicandosi anche al doppiaggio e configurandosi come uno dei più autorevoli attori italiani presenti sulla scena artistica del Novecento. Si è felicemente esercitato anche nella scrittura, nella pittura e nella scultura. Cavaliere di Gran Croce dal 1998.

Di origine ebraica, cresciuto a Firenze, si è formato alla scuola di recitazione L. Rasi, e al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, da cui è espulso nel 1938 per le leggi razziali contro gli ebrei. Suo l’annuncio dell’armistizio dalla Radio Alleata di Napoli, dove era rifugiato. Ha interpretato sulla scena teatrale, con modernità di recitazione e attento studio dei personaggi, autori classici e contemporanei, diretto anche da Visconti, Ronconi, Strehler. È anche regista, e autore di commedie da lui stesso messe in scena con successo (tra le altre, Signori, buonasera, 1975, La corda a tre capi, 1985, Oggi, 2005). Ha preso parte a più di cento film, con interpretazioni sempre incisive e spesso memorabili, diretto, tra gli altri, da A. Blasetti (Altri tempi, 1952), O. Welles (Le procès, 1962), V. Cottafavi (I cento cavalieri, 1964); J. Deray (Borsalino, 1970); E. Scola (Gente di Roma, 2003, Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista); A. D’Alatri (La febbre, 2005). Dal 1950 è uno dei protagonisti della radio e della televisione: trasmissioni culturali e di intrattenimento, prosa radiofonica e televisiva, numerosi sceneggiati (Piccole donne, 1955; Capitan Fracassa, 1958; L’isola del tesoro, 1959; Il giornalino di Gian Burrasca, 1964-65; La freccia nera, 1968; Racconti di padre Brown, 1970; Il cugino americano, 1986; Casa famiglia, 2001). Importante la sua attività di doppiatore: ha prestato la sua voce, tra gli altri, ad A. Quinn, J. Wayne, P. Ustinov e T. Mifune. Innumerevoli le dizioni poetiche registrate su vinile e CD; celebri e inimitabili le sue letture della Commedia di Dante. Ha pubblicato diversi libri, tra i più recenti Joanna. Luzmarina (Corbo Editore 2008) e Autobiografia di un artista burbero (Sellerio 2009).

Questa è sommariamente ciò che l’Enciclopedia Treccani scrive di Arnoldo Foà, scomparso a quasi 98 anni: un secolo di cinema, di vita immersa nell’arte, nella cultura e nell’intelligenza. Ecco alcuni estratti di un’indimenticabile carriera. Ha fatto tantissimo cinema, ma assai raramente in ruoli di primissimo piano, più spesso confinato nel ruolo di vilain per l’aspetto vagamente minaccioso. Un aspetto che si è raddolcito nella lunghissima vecchiaia. Nel teatro ha dato il meglio, anche nella televisione recitata, di formato teatrale che caratterizzava la Rai dei primissimi anni.

 Totò Sceicco (1950)

Cyrano di Bergerac (1954)

Capitan Fracassa (1958)

Barabba (1962)

Il processo (1962)

Il giornalino di GianBurrasca (1964)

La freccia nera (1968)

I racconti di Padre Brown (1970)

I racconti del maresciallo (1984)

Asini (1999)

La febbre (2005)

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