Angeli con la faccia sporca (1938) USA di Michael Curtiz
Due amici d’infanzia crescono insieme in un quartiere violento di New York e prendono percorsi diversi nella propria vita. Rocky Sullivan diventa un gangster, mentre Jerry Connolly decide di farsi prete.
Intenso dramma che sposa le atmosfere all’afflato moralista del cinema del periodo. A simboleggiare il cambiamento vi è la negazione del personaggio principale che non è solo la “belva umana” che ha interpretato più volte nel corso degli anni, ma anche un uomo alla ricerca di un percorso quasi impossibile di redenzione.
Non a caso, Curtiz eleva il personaggio di O’Brien, il sacerdote amico, a coscienza del protagonista, il bene che agisce in lui. Cagney da complessità a Rocky, ispirato dalla sua stessa vita e dalla morte di un amico giustiziato per omicidio. Cagney è talmente bravo da farci simpatizzare per lui. Il vilain reale è Bogart, che ancora non si era affermato come protagonista assoluto.
La bellezza del film sta nella regia asciutta e brutale di Curtiz quando segue il mondo dei gangster e nello scontro morale tra i due personaggi principali che si confrontano sul senso dell’esistenza. La prospettiva è però ribaltata: il “cattivo” Rocky è una persona piacevole e divertente mentre padre Jerry ha un tono cupo che lo distanzia.