Hitchcok non è stato semplicemente il maestro di un genere cinematografico. Sarebbe riduttivo, definire in questo modo il suo cinema. E’ stato l’investigatore delle pulsioni umane, il narratore delle menzogne borghesi, lo svelatore delle fobie nascoste e della profondità delle ossessioni. La qualità formale delle sue pellicole è stata sempre impeccabile. Indimenticabili i ritratti di uomini e donne. Straordinaria la capacità di indagare la psicologia criminale non attraverso artifici narrativi (non che non sapesse farlo), ma con le ombre e le sfumature.
Prima di passare alla hit, la consueta sventagliata di titoli che vale la pena vedere. Sono molti, ma la produzione di Hitchcock è di assoluta eccellenza. Eccoli: Il pensionante (1927), Ricco e strano (1932), L’uomo che sapeva troppo (1934), Il club dei trentanove (1935), Giovane e innocente (1937), Io ti salverò (1945), Nodo alla gola (1948), Io confesso (1953), Il delitto perfetto (1954), Il ladro (1956), Frenzy (1972)
10. Il sospetto (1941) Famosa la scena del bicchiere da latte, qua riportata, in cui (per ottenere l’effetto voluto) fu introdotta una lampadina al fine di aumentare la luminosità. Inizia il rapporto con Cary Grant (uno dei due attori feticcio). Inizialmente, l’assassino doveva essere proprio lui. Hollywood ha, però, preteso l’happy end.
9. Gli Uccelli (1963) Il finale non lascia spazio a speranze. L’ennesima eroina bionda, vero sogno erotico di Hitchcock, travolta dagli eventi, apparentemente fredda e distaccata.
8. Psyco (1960) L’archetipo del serial killer unito ad una sceneggiatura ricca di spiazzamente. La protagonista del film prima si trasforma in una ladra, poi muore a neppure metà del film. Il poliziotto che dà il consiglio letale alla ragazza. E quali segreti nasconde Norman?
7. Notorious, l’amante perduta (1946) La famosa scena del bacio- in realtà spezzettato in tantissimi bacetti – fu pensata in questo modo per aggirare la censura del codice Hayes. Inoltre, il carrello in avanti più celebrato dalla storia del cinema. Una specie di miracolo tecnico che perfeziona un’idea giù mostrata in Giovane e innocente. Ancora Grant accoppiato ad Ingrid Bergman.
6. Delitto per delitto (1951) Uno dei cattivi più allucinati della storia del cinema, interpretato da Robert Walker, morto a 33 anni per overdose. Hitchcock raccontava che nel giallo più azzeccato era il vilain, più era riuscito il film. Aveva ragione. Da ricordare anche l’omicidio visto attraverso la lente rotta degli occhiali della vittima.
5. Caccia Al Ladro (1955) Grace Kelly era definita “ghiaccio bollente” e a Montecarlo, durante le riprese, trovò l’amore spezzando il cuore ad Alfred, follemente innamorato di lei, anche se non dichiarato. Lei e Grant formano una coppia affascinante e incredibilmente glamour. La classe non è acqua. Splendidi i duetti amorosi.
4.La Donna Che Visse Due Volte (1958) L’ossessione amorosa, il doppio, le fobie, il senso di colpa: tutti i temi hitchcokiani sono trattati in questa pellicola capolavoro. La vertigine è ottenuta con una zoomata in contemporanea con un violento carrello all’indietro su di un modello della scalinata. Kim Novak è magnetica. James Stewart è l’altro feticcio maschile del mago del thriller (4 film proprio come con Grant) .
3. L’uomo che sapeva troppo (1956) Remake dell’omonima pellicola del 1934, ma arricchita da attori di spessore (Stewart e Doris Day) e girata con colori caldi ed avvolgenti. Hitchcock sfiora un tabu: l’uccisione di un bambino. Non si poteva però battere il conformismo hollywoodiano. D’altro canto lui citava sempre una frase “Piangerò per tutto il tempo che impiegherò per arrivare in banca”.
2.Intrigo Internazionale (1959) Un film che sfida le linee. Guardate i titoli di testa, poi paragonateli al tragitto dell’aereo nel tentativo di sopprimere Grant. Infine, pensate alle incombenti statue del monte Rushmore, contrapposte alle figure dei protagonisti in fuga, e alla villa di Frank Lloyd Wright “spostata” eccezionalmente in altra località. Da rimembrare due aneddoti: il ragazzino che si tappa le orecchie in occasione del finto omicidio di Grant e l’esplicita metafora sessuale del finale. Che fascino, però, Roger Thornill!
1. La Finestra Sul Cortile (1954) Capolavoro straordinario.Da notare l’ellittica descrizione del protagonista nei primi secondi del film. Pochi secondi di immagini per descrivere un mondo. “Che cosa vuole da me?” urla disperato l’assassino. Ma il protagonista non può rispondere perchè dovrebbe ammettere che lo fa solo perchè non ha saputo resistere alla curiosità, dovrebbe ammettere di essere solo un voyeur, come lo siamo tutti. Quante piccole menzogne raccontate in questo film, quanta disperazione mostrate con pochi movimenti di macchina, attraverso un uso sapiente dell’inquadratura. Un’ultima annotazione: la collutazione tra Stewart e Raymond Burr (poi Perry Mason in televisione) è solo effetto del montaggio, come la scena della doccia in Psyco. In realtà i due non combattono ma sono ripresi quasi separatamente. Hitchcock trovava che così si otteneva una violenza superiore.
Amazing!