Tre piani – Vite

Il nostro parere

Tre piani (2021) ITA di Nanni Moretti

Una serie di eventi trasforma radicalmente l’esistenza degli abitanti di un condominio romano, rivelando le loro difficoltà nell’essere genitori, fratelli o vicini di casa in un mondo dove il risentimento e la paura sembrano avere la meglio.

Moretti adatta il romanzo di Eshkol Nevo spostandola da Gerusalemme a Roma e decide di strutturare la sceneggiatura su tre storie ad incastro che nel corso di dieci anni si dipanano verso un finale similfelliniano che dovrebbe pacificare i protagonisti. Lo fa allontanandosi dal suo cinema, come faceva presagire in parte Mia madre, e utilizzando un registro fin troppo anonimo rispetto al consueto.

Non è certo un delitto di lesa maestà variare il proprio stile, modificare l’approccio alle storie ma questa scelta non paga sul piano della qualità. Dopo la splendida immagine iniziale dei titoli di testa, il film apre con una scena shock ma subito si spegne nelle vicende familiari degli inquilini della palazzina, ovvero l’episodio relativo a Scamarcio che, soprattutto nella prima parte, risulta algido e scolastico.

Anche le altre due storie alternano momenti didascalici ad altri più riusciti ma raramente si ha l’impressione di vedere un film intimamente tragico, dando l’impressione di scrostare appena i drammi umani dei personaggi. Pur essendo girato bene e scritto in modo assennato, i tre episodi convergono sul finale con una traccia moralistica che non riesce ad essere commovente.

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