The circle. Invasioni

Il nostro parere

The circle (2017) USA di James Ponsoldt

Basato sul bestseller “Il Cerchio” di Dave Eggers, Appena fa il suo ingresso nella più grande azienda di tecnologia e social media del mondo, The Circle, Mae è incoraggiata dal Fondatore della società Eamon Bailey a rinunciare alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta. Ma nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare.

La riflessione sui social media e sul ruolo che giocano sempre più nella nostra realtà viene affrontata con la forma del thriller, nel tentativo di indicare i rischi di un soffocante controllo sull’individuo. Il tentativo naufraga rapidamente perchè la struttura inquietante di partenza viene stinta nella confusa caratterizzazione della protagonista. Mae passa da un eccesso all’altro con troppa disinvoltura, saltando passaggi logici necessari a dare un minimo senso a questo pasticcio. Entra in The Circle scettica e disincantata, poi si concede totalmente agli occhi del pubblico rinunciando a qualsiasi tipo di privacy proponendo, per di più, la più sciroccata delle idee (il voto in mano direttamente al social network come ogni aspetto della vita degli utenti), anzi insistendo perchè l’uso dei social diventi obbligatorio per legge (due nozioni di diritto costituzionale no?). Dopo questo assurdo parto mentale, si sconvolge perchè il suo amico è morto e decide di vendicarsi (attenzione spoiler) rovinando pubblicamente i suoi capi e senza che nessuno se ne accorga minimamente.

Insomma, un guazzabuglio di idee che dovevano servire a mettere in cattiva luce Facebook (Bailey è un incrocio tra Zuckerberg e Jobs) ma che mettono in cattiva luce solo il film. Le faccine di Emma Watson non aiutano minimamente perchè si ritrova inadeguata nel ruolo assegnato. Si dice che la via dell’inferno sia lastricata da buone intenzioni. E’ così anche per questo film. Da ricordare che si tratta dell’ultimo ruolo per Bill Paxton e Glenne Headly (i genitori di Mae) morti improvvisamente a pochi mesi l’uno dall’altra a 62 anni.

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