T2 Trainspotting. Nostalgia canaglia

Il nostro parere

T2 Trainspotting (2017) UK di Danny Boyle

Venti anni dopo, Mark ritorna ad Edimburgo per rivivere il passato, dopo che la sua vita olandese è naufragata nel divorzio. Ritrova Spud, Sick Boy e Begbie ancora immersi nella loro melma. Sono i sopravvissuti alla droga e agli eccessi degli anni 70 e come tali si sentono. Ancora rivolti all’indietro, perennemente infelici e irrealizzati, ancora avvinghiati a patetici sogni che miseramente li trascinano al fondo, ancora senza speranze e morale.

Boyle mette in scena il sequel del suo grande cult, un enorme successo mondiale, con un eccesso di nostalgia, di vintage. Lo sguardo benevolente verso i suoi personaggi rende poco credibile la vicenda pur in una mescolanza vivace e aggressiva tra musica e immagine. Non c’è lo spirito anarchico dell’originale, manca l’interpretazione dei tempi ora affidata ad una serie di dettagli piuttosto che alla forza della narrazione. E’ un film debole in cui prevale l’autocelebrazione degli esordi sull’affermazione di un autore che stavolta manca il bersaglio.

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